L’Unione Europea ormai da molto tempo si è data una strategia comune per le politiche del lavoro, volta a favorire l’accesso all’occupazione da parte dei suoi cittadini. Insieme, i paesi membri, fin dal 1997 si sono dati obiettivi comuni tra i quali il principale è quello di creare posti di lavoro più qualificati in tutta Europa.
I nuovi obiettivi per la realizzazione efficace delle politiche del lavoro
In seguito alla grave situazione pandemica che ha funestato il mondo, le istituzioni europee hanno rafforzato la loro azione volta a favorire l’occupazione e messo a punto nuove politiche del lavoro soprattutto per scongiurare i licenziamenti causati appunto dalla recessione economica derivante dalla grave crisi sanitaria. E’ interessante quindi comprendere come si muove l’azione dell’Europa attorno a questo tema fondamentale, soprattutto per i giovani, più critico in certi paesi proprio come ad esempio il nostro. Dopo il 2020, il piano d’azione sull’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, del 4 marzo 2021, fissa tre nuovi obiettivi principali per l’UE in materia di occupazione, competenze e protezione sociale, da raggiungere entro la fine del decennio.
- Occupazione: almeno il 78 % della popolazione dell’UE di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro entro il 2030. Al fine di conseguire tale obiettivo generale, l’UE deve dimezzare il divario di genere a livello occupazionale, aumentare la disponibilità di strutture formali di educazione e cura della prima infanzia nonché ridurre dal 12,6 (2019) al 9 % il tasso di giovani che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) di età compresa tra i 15 e 29 anni.
- Competenze: almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ad attività di formazione ogni anno.
- Protezione sociale: il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni entro il 2030.
Coordinamento e monitoraggio
La Commissione, d’intesa con gli Stati membri, ha proposto un quadro di valutazione della situazione sociale quale principale strumento di monitoraggio di attuazione delle politiche del lavoro nel quadro del semestre europeo. Il quadro di valutazione è composto da 12 indicatori principali che permettono di valutare i risultati ottenuti dagli Stati membri in ambito sociale e occupazionale secondo tre dimensioni generali: (1) pari opportunità, (2) condizioni di lavoro eque e (3) protezione e inclusione sociali. La serie di indicatori mira a contribuire a tenere traccia dei progressi compiuti verso la realizzazione dei principi del pilastro in modo più completo e a monitorare l’attuazione delle azioni.
Diritto dell’UE
Su queste basi sono state adottate diverse misure giuridiche per favorire appunto la realizzazione dei tre obiettivi e per garantire norme minime tra i paesi aderenti nei seguenti ambiti:
- salute e sicurezza sul lavoro,
- pari opportunità per donne e uomini,
- protezione contro le discriminazioni fondate sul sesso, la razza, la religione, l’età, la disabilità e l’orientamento,
- condizioni di lavoro: lavoro a tempo parziale, contratti a tempo determinato, orario di lavoro, impiego dei giovani, informazione e consultazione dei lavoratori,
- servizi di sostegno: basati su una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l’impiego (SPI), prorogata di 7 anni (2021-2027) nel novembre 2020.
Il diritto dell’UE sostiene inoltre le libertà fondamentali che disciplinano la circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali all’interno dell’UE (mercato unico).
I finanziamenti
Certamente tutto questo resterebbe lettera morta senza adeguato apporto di finanziamenti. Ecco quindi alcuni dei programmi di finanziamento dell’UE a sostegno delle economie degli stati e con risvolti importanti in tema di politiche del lavoro:
- il Fondo sociale europeo (FSE) sostiene un’ampia gamma di iniziative negli Stati membri. Inoltre, nel febbraio 2013 il Consiglio europeo ha convenuto di istituire un’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG), che si rivolge ai giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo nelle regioni particolarmente colpite dalla disoccupazione (2.3.2 Fondo sociale europeo);
- il programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), adottato dal Parlamento e dal Consiglio, raggruppa tre programmi: (PROGRESS – programma per l’occupazione e la solidarietà sociale; EURES – servizi europei per l’impiego; e Microfinanza e imprenditoria sociale);
- il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) sostiene le persone che hanno perso il lavoro a seguito di cambiamenti strutturali dei modelli commerciali a livello mondiale.
- il dispositivo per la ripresa e la resilienza costituisce il fulcro di NextGenerationEU. È entrato in vigore il 19 febbraio 2021 e mette a disposizione 723,8 miliardi di EUR (a prezzi correnti) per sostenere le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri fino al 31 dicembre 2026. Il dispositivo mira ad alleviare l’impatto economico e sociale della pandemia di COVID-19 e a rendere le economie e le società europee più sostenibili e resilienti, nonché meglio preparate alle sfide e alle opportunità delle transizioni verde e digitale.
- Il Fondo per una transizione giusta (JTF) è un nuovo strumento dotato di un bilancio complessivo pari a 17,5 miliardi di EUR, che mira a ridurre i costi sociali ed economici della transizione verso un’economia climaticamente neutra aiutando le persone ad adattarsi a un mercato del lavoro in evoluzione. Il JTF è il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta, che fa parte del Green Deal europeo.
Ruolo del Parlamento europeo
Il Parlamento ha fornito un forte sostegno alla strategia Europa 2020. Una serie di iniziative in materia di lotta alla disoccupazione giovanile traggono origine proprio da proposte del Parlamento a favore di azioni concrete e pratiche, ovvero la garanzia per i giovani dell’UE e norme minime in materia di tirocini. Dal 2010 il Parlamento sostiene fortemente l’istituzione della garanzia per i giovani e ne monitora l’attuazione.
L’8 ottobre 2020 il Parlamento ha approvato una risoluzione che ha accolto con favore la proposta della Commissione relativa a una garanzia per i giovani rafforzata. I deputati hanno tuttavia espresso preoccupazione in merito alla natura volontaria della garanzia per i giovani (che è attualmente una raccomandazione del Consiglio) e hanno invitato la Commissione a proporre uno strumento vincolante per tutti gli Stati membri al fine di garantire che nessuno sia lasciato indietro. Il Parlamento ha inoltre condannato la pratica degli stage non retribuiti e ha esortato la Commissione a rivedere gli strumenti europei esistenti, quali, ad esempio, il quadro di qualità per i tirocini e il quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità. Il Parlamento chiede che nelle offerte rivolte ai giovani siano inclusi criteri di qualità, tra cui il principio di una remunerazione equa per i tirocinanti e gli stagisti, l’accesso alla protezione sociale, l’occupazione sostenibile e i diritti sociali.
Nella sua risoluzione del 17 dicembre 2020 su un’Europa sociale forte per transizioni giuste, il Parlamento ha chiesto diritti sociali giuridicamente vincolanti e il conseguimento di obiettivi sociali specifici entro il 2030.