Quando si parla di prospettive di impiego o di opportunità di lavoro, si sente molto parlare di recruiting rivolto a individuare hard skills e soft skills, anche se il valore e il peso effettivo di queste “competenze” è da valutare caso per caso.

Ma soffermiamoci sulle definizioni in modo da comprendere meglio quale peso possono avere hard e soft skills quando si inizia una ricerca di lavoro.

 

Cosa sono hard skills e soft skills

Le hard skills sono le competenze che attengono agli aspetti tecnici e operativi di un impiego e/o professione. Sono gli studi, la formazione, la conoscenza di lingue e di utilizzo di pacchetti informatici etc. Le soft skills sono invece quell’insieme di aspetti caratteriali che definiscono le caratteristiche umane delle persone e diventano rilevanti quando è importante interagire con gli altri. Questo secondo tipo di competenze fa riferimento alla sfera interpersonale e alla comunicazione in generale. Sono abilità trasversali, che non si imparano a scuola o a lavoro. Dipendono dalla cultura, dalla personalità e dalle esperienze vissute dal singolo soggetto, e riguardano il modo in cui questo interagisce, comunica, coopera con il team. Ne fanno parte queste attitudini:

  1. grado di flessibilità e adattamento in un contesto nuovo,
  2. capacità di problem solving,
  3. motivazione e orientamento agli obiettivi,
  4. resistenza allo stress,
  5. gestione del tempo e del lavoro di squadra,
  6. creatività e proattività,
  7. attenzione ai dettagli.

Che ruolo giocano le soft skills nella selezione

Appare chiaro, già da questa breve analisi, quanto sia difficile misurare e osservare le soft skills e quanto sia complesso inserirle nel curriculum vitae in maniera efficace.

In generale, più alto è il livello professionale, più è richiesta un’attività di coordinamento, più pesano le soft skills. Ma non è sempre così. Se ad esempio in azienda prevale una gerarchia verticale, dominano di solito aspetti più autoritari che collaborativi. Più in generale si può affermare che: quando un candidato non corrisponde ai valori né ai procedimenti organizzativi il rischio è che la risorsa non si integri con i gruppi e che si realizzi un processo di recruiting inefficace.

Individuare le soft skills in un curriculum

Per prima cosa vengono lette le esperienze professionali, prima ancora della formazione. Il curriculum classico se ben fatto deve essere composto al massimo da due pagine: una con l’elenco delle competenze acquisite e la seconda con le esperienze, la lettera di accompagnamento è invece diventata obsoleta.

Recruiting skills

E’ utile quindi osservare con attenzione come viene redatto il curriculum per comprendere la personalità del candidato valutarne la coerenza rispetto alla posizione ricercata. E qui si entra nel dettaglio di elementi stilistici che possono aiutare. Le parole usate dai candidati per descriversi o condividere le proprie esperienze professionali possono dire molto su di loro. Ad esempio un candidato che si esprime usando la forma passiva, potrebbe rivelarsi una persona timida e riservata. L’ortografia e la struttura del CV dicono molto sugli aspetti culturali e altresì su come vengono descritte le professionalità.

Altro elemento di grande importanza è esaminare il profilo social di chi si propone. Da un recente studio è emerso che l’esame dei profili social ha dato luogo a valutazione positive dei candidati nella metà dei casi.

Il video-colloquio per valutare le soft skills

Si tratta di una vera e propria presentazione registrata in video. E’ uno strumento molto appropriato per valutare le soft skills del candidato. Questa modalità di recruiting sta prendendo piede rapidamente seguendo l’evoluzione tecnologica e le esigenze del mondo del lavoro. Così al tradizionale curriculum in forma cartacea si affianca un cv più interattivo costituito da un video registrato e guardato successivamente.